La microglia non è essenziale per lo sviluppo sinaptico

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXII – 18 gennaio 2025.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Il cervello dei mammiferi si presenta come una complessa architettura di grandi reti neuroniche interconnesse da una miriade di sinapsi e immerse in una complessa trama gliale e vascolare, dominata da reti astrocitarie e rivestimento oligodendrocitico. Durante lo sviluppo c’è un periodo di rapida formazione di sinapsi, caratterizzato da selezione con eliminazione delle giunzioni meno efficienti, rifinitura della connettività sinaptica e maturazione delle proprietà delle giunzioni più adatte selezionate. Tali processi, in parte dipendenti dall’attività neuronica, sembrano fondarsi su meccanismi autonomi dalla cellula, quali riarrangiamento del citoscheletro, interazione di proteine pre-sinaptiche e post-sinaptiche, e traffico di membrana.

Nello sviluppo neurale, particolarmente per ciò che concerne eventi che hanno luogo in corrispondenza delle sinapsi, si ritiene che un ruolo di rilievo lo svolga la microglia. La maggior parte degli studi che hanno indagato la funzione dei macrofagi residenti dell’encefalo sono stati condotti su tre regioni: 1) l’area CA1 dell’ippocampo; 2) la corteccia somatosensoriale; 3) il nucleo del corpo genicolato laterale, analizzando le connessioni locali e a lungo raggio. Tali studi hanno dimostrato la partecipazione della microglia, anche se non pochi ricercatori hanno notato che alcuni modelli sperimentali adottati riguardavano non solo le cellule microgliali ma anche macrofagi circolanti, linfociti T e B e progenitori emopoietici.

Anche se il ruolo della microglia è considerato pressocché certo dalla maggioranza dei neurobiologi, per verificare questi dubbi Mary O’Keeffe e numerosi colleghi hanno condotto un interessante studio che è giunto a conclusioni rilevanti.

(O’Keeffe M., et al., Typical development of synaptic and neuronal properties can proceed without microglia in the cortex and thalamus. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-024-01833-x, 2025).

La provenienza degli autori è la seguente: Centre for Discovery Brain Sciences, University of Edinburgh, Edinburgh (Regno Unito); Simons Initiative for the Developing Brain, University of Edinburg, Edinburgh (Regno Unito); UK Dementia Research Institute at the University of Edinburgh, Edinburgh Medical School, University of Edinburgh, Edinburgh (Regno Unito); Mater Research Institute-University of Queensland, Translational Research Institute, Brisbane, Queensland (Australia); Centre for Inflammation Research, The Queen’s Medical Research Institute, Institute for Regeneration and Repair, University of Edinburgh, Edinburgh (Regno Unito).

Mary O’Keeffe e colleghi, coordinati da Giles E. Hardingham, hanno accertato e dimostrato che vari processi neuroevolutivi fino a oggi attribuiti alla microglia possono procedere in assenza delle cellule microgliali. I ricercatori hanno impiegato un topo geneticamente modificato che manca di microglia, Csf1rΔFIRE /ΔFIRE, studiando la corteccia somatosensoriale e la regione CA1 dell’ippocampo negli stadi evolutivi in cui si ritiene si svolga il ruolo essenziale della microglia, e hanno verificato che proprietà intrinseche, numero delle sinapsi e maturazione sinaptica erano in massima parte fisiologiche, nel confronto con topi normalmente provvisti di microglia.

Una seconda osservazione, tutt’altro che trascurabile, ha riguardato la mancanza di un effetto collaterale atteso: nei topi con deficit di geni riccamente espressi nella microglia si ha un aumento della suscettibilità alle convulsioni e una perturbazione della coerenza ippocampo-corteccia prefrontale; ma, nei topi Csf1rΔFIRE /ΔFIRE svegli e liberi di muoversi, sia la vulnerabilità epilettica che la coerenza ippocampale-prefrontale risultavano normali.

L’assenza di microglia ha causato alterazioni della differenziazione delle vie ottiche? No. I ricercatori hanno accertato che la segregazione occhio-specifica degli input nel nucleo genicolato laterale procede normalmente in assenza di microglia.

Come possiamo interpretare questi dati? Erano in errore tutti gli autori degli studi precedenti? In attesa di ulteriori approfondimenti e verifiche sperimentali, possiamo concludere che il cervello possiede una straordinaria capacità di adattamento nell’esecuzione del raffinamento, della maturazione e della connettività delle sinapsi senza l’intervento della microglia.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-18 gennaio 2025

www.brainmindlife.org

 

 

 

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